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 [storia] la rivoluzione francese.

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MessaggioTitolo: [storia] la rivoluzione francese.   [storia] la rivoluzione francese. Icon_minitime11/12/2011, 1:47 pm

LA RIVOLUZIONE FRANCESE.

Elementi importanti di questa rivoluzione, furono per esempio la presa della Bastiglia.
Erano presenti tre ordini: clero, nobiltà e borghesia principalmente che aveva un peso politico assai rilevante.
La maggior parte della popolazione era costituita dalla borghesia, intesi i professionisti.
I nobili ed il clero hanno privilegi e vengono quindi esonerati dal pagamento delle tasse.
I principi dell'illuminismo iniziavano sostanzialmente a prender piede proprio in francia, il paese da cui questi principi erano effettivamente partiti.
Non si realizzò un cambiamento e non si realizzarono quelle che effettivamente erano le riforme.
Ci si rende conto dell'importanza di applicare principi precedenti.
1789: inizia la rivoluzione.
Importante: la necessità di operare un sorta di sconvolgimento abbandonando il vecchio sistema.
L'opposizione a quello che è il tipo di regime assoluto: sciolto da qualsiasi vincolo.
Non ci sono interferenze a quello che è il potere del sovrano.
Con la rivoluzione francese, si vuole colpire questo regime, per porgli fine. (pag. 170)
nobiltà e clero avevano privilegi nel pagamento delle tasse e possedevano un'estensione di non poco conto territoriale.
Si fa una distinzione fra alta nobiltà, bassa nobiltà e alto clero, basso clero.
Alta: nobiltà di spada, bassa: nobiltà di toga.
Alta: nobili di antica casata, bassa: nobili “giovani”.
Il basso clero: sacerdoti di campagna che vivevano in piccole società.
Se da un lato il liberismo aveva portato ad uno sviluppo e ad una crescita economica, dall'altro il continuo aumento dei prezzi danneggia soprattutto i contadini o comunque coloro che avevano un reddito fisso.
Ci fu alla fine del '700 una crisi che riguardò tutta l'europa e portò ad una carenza dei prodotti agricoli: questa crisi danneggiò quella fascia di popolazione già disagiata.
Gli stipendi rimanevano tali e quali e perciò non si riuscì a migliorare la crisi.
In relazione all'aumento della popolazione, la situazione in francia divenne grave, praticamente insostenibile.
La rivoluzione parte proprio dalla classe più disagiata: dai contadini, i quali non hanno soldi, hanno da pagare le tasse, non posseggono prodotti per produrre o comunque consumare prodotti primi e sono costretti ad abbandonare la campagne pensando di trovare situazioni migliori che comunque non ci sono. (pag. 172)
la partecipazione alle guerre fu un altro malcontento generale, alla base di quella che poi sarà la rivoluzione.
Tutto questo porta ad una situazione di crisi: la situazione si inasprisce proprio nel 1788, quando inizia a scarseggiare il pane: questo fa si che la popolazione affamata richieda una maggiore attenzione da parte dello stato.
Alla morte di luigi XV, luigi XVI: non furono in grado di migliorare la situazione, aumentando solamente gli sprechi, alla corte di versailles.
L'atteggiamento giusto era quello di rivalutare la situazione economica interna, facendo pagare le tasse alla nobiltà e al clero, facendole gravare meno sulla popolazione povera.
La situazione peggiora fino a quando luigi XVI non si trova nelle condizioni di dover agire. (pag. 173)
nel momento in cui vengono nominati dei ministri delle finanze che volevano limitare i privilegi degli stati generali, questi passano all'attacco.

Tutti i privilegi dei nobili e del clero, tutti i diritti sono l'origine del malcontento che porteranno successivamente alla vera e propria rivoluzione.
In francia il sovrano luigi XIV pensa di migliorare questa grave crisi economica facendo intervenire alcuni economisti, che però non ottengono risultati positivi (perché chiedono di aumentare le tasse ai nobili e al clero): questa cosa però non poteva essere valida in quanto infrangeva la volontà dei ricchi stati generali.
L'opposizione della nobiltà convocò gli stati generali: l'intento del terzo stato era quello di risollevare la situazione economica del paese.
Era anche presente il problema delle votazioni, perché veniva calcolato un voto per ogni stato, perciò clero e nobiltà avrebbero avuto probabilmente la maggioranza rispetto all'ordine del terzo stato.
Si decise di passare alla votazione per testa, cosicché anche il terzo stato avrebbe potuto avere la maggioranza.
Dopo che questa proposta, della votazione per testa, non venne accettata la situazione diventò più grave.
Il re ordinò di sciogliere l'assemblea, ma non venne ascoltato: rimanendo sbalordito ordinò che sia nobili che clero si unirono al terzo stato per formare l'assemblea costituente.
(pag. 176) la situazione per il popolo si fa sempre più insostenibile, finché talmente inasprita, sfocia nel 1789 nella presa della bastiglia (sempre a causa del re che voleva sciogliere l'assemblea).
Dopo la presa della bastiglia, il governo fu assunto dai cittadini con la presenza della cosiddetta municipalità e delle guardie nazionali che mantenevano l'ordine pubblico.
Determinatasi la situazione, il passo importante dell'assemblea fu quello di dichiarare i diritti dell'uomo e del cittadino: nessuno, come ad esempio il re, poteva mettere in discussione questi diritti che erano riservati ad ogni uomo.
Questi diritti vennero approvati dall'assemblea ma non dal re: la folla assalì versailles e costrinse il re a rimanere imprigionato.
Altre riforme furono: agire contro la chiesa, togliendo proprietà e diritti al clero; i sacerdoti divennero dei semplici impiegati nei confronti dello stato; vennero chiusi diversi ordini religiosi; il matrimonio non fu più solamente religioso ma anche civile.

MONARCHIA COSTITUZIONALE

Il potere rimaneva in mano alla classe borghese.
Il popolo che si vedeva in parte escluso (non aveva neppure il diritto di voto) comincia a far sentire la propria voce: si comincia con la fuga da parte del re, viene smascherato e viene rinchiuso nuovamente nella sua reggia, come in prigione.
Il rapporto fra monarchia e popolo viene ulteriormente peggiorato dopo la fuga del re (che viene vista come un vero e proprio tradimento).
Sfociò con una manifestazione che venne interrotta dalla guardia nazionale in una delle piazze più importanti.
C'è la presenza del re ma vengono separati i poteri fondamentali come aveva suggerito anni prima monteschieu.
Il sovrano nomina alcuni ministri (parte dal sovrano), comunque mantenendo il potere, ma un potere non divino bensì dato dal popolo: non può più agire in maniera eccessivamente autoritaria perché deve rendere conto delle sue azioni all'assemblea.
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